Alla ricerca di tracce
antiche e moderne
di Francesca Porcelli
Storia, arte, tradizioni, personaggi
Ma anche due modi diversi di essere
al centro dell’interesse mondiale
San Pietroburgo-Mantova, andata a ritorno. Corsi e ricorsi. Due città così lontane, così vicine. Vicende parallele. Collegate da storia e arte, principi, imperatori, saccheggi, ricostruzioni. Eppure diverse nel modo di essere oggi al centro dell’attenzione mondiale. È bastato un dipinto per tutti - “Gli amanti" di Giulio Romano - per rinsaldare secoli di vicende, in occasione della mostra a Palazzo Te. Un ritorno “in patria" che dimostra appunto questo filo che lega le due capitali dell’arte. Mantova gioiello del Rinascimento e poi depredata e svenduta. San Pietroburgo diamante incastonato della Russia del Nord, esempio di splendida ricostruzione. Così visitare San Pietroburgo non è fare un viaggio a caso. Per tutti gli italiani, ma anche per i mantovani. Portarsi nella lontana regione che si affaccia sul golfo finnico, significa scoprire tesori di arte nazionale e virgiliana e conoscere una dinastia di regnanti e una terra che tutto quanto di bello ha voluto se l’è guadagnato, anche a suon di centinaia e centinaia di vite sacrificate.
Sicuramente è stato l’immaginare gli imponenti palazzi in stile barocco e neoclassico, piuttosto che i singolari luoghi di culto realizzati secondo l’arte bizantina; o naturalmente il. desiderio di entrare nel più importante (per numero di opere) museo al mondo. L’attrazione verso la Russia - che specialmente fino a poco tempo fa vedeva i connazionali portarsi così volentieri al nord tanto da occupare il primo posto nel turismo d’ingresso russo -, rivela precisi motivi. Rossi, Quarenghi e Rastrelli sono i tre nomi cardine per l’architettura russa: alla loro firma si deve la costruzione delle principali residenze cittadine ed estive degli zar, piuttosto che dei nobili petroburghesi. Raffaello, Leonardo e Caravaggio sono tra gli autori più prestigiosi nella collezione di tele dell’Hermitage. E anche i marmi di Carrara erano spesso prediletti a ornare gli stessi monumenti. Quanto fa la differenza agli occhi degli italiani nell’ammirare tanta bellezza e ricchezza di opere è però nello scoprire che la provenienza di questi tesori è assolutamente legittima. Non è per nulla un dettaglio il fatto che i Romanov comprassero, grazie ai loro agenti sguinzagliati per tutta Europa, tutto quanto possedevano; ogni singolo oggetto veniva regolarmente acquistato (e questo vale naturalmente anche per i Gonzaga), a dimostrare una sana e corretta passione per l’arte.
Questa civiltà in campo culturale e artistico è ancora più appagante se si pensa che gli antichi zar di Russia preferivano fare acquisti di intere collezioni, le quali, con il tempo - e grazie essenzialmente a Caterina II, che a metà Ottocento aprì al pubblico l’Hermitage -, poterono essere ammirate da tutti.
E la simpatia nell’atteggiamento verso l’arte e la cultura per Pietro il Grande e i suoi discendenti cresce inevitabilmente quando ci si trova di fronte a opere mantovane. Le ceramiche di Urbino di Isabella d’Este, le tele di Domenico Fetti (la più importante è quella che raffigura il teatrante), “Gli amanti" di Giulio Romano, il cartone per un arazzo sempre di Giulio Romano. E ancora: un cameo, di grandi dimensioni e dav-vero bello, raffigurante Re Tolomeo e la moglie Arsinoe, appartenuto a Vincenzo I. L’Hermitage protegge questi tesori che legano Mantova a San Pietroburgo. Lo stile “all’italiana" è onnipresente: nelle cinque residenze estive, nei palazzi in città, nelle chiese. Ed è davvero più che mai sorprendente. Sfida di uno zar caparbio, meraviglia sull’acqua, capitale imperiale e cuore delle rivoluzioni, San Pietroburgo, che proprio lo scorso anno ha festeggiato i primi trecento anni di vita dalla sua fondazione per volontà appunto di Pietro I, è una città dal fascino irresistibile e che è già diventata leggenda. E gli evidenti contrasti che oggi la caratterizzano sono stati motivo di riflessione anche del gruppo di dipendenti Banca agricola che, nell’ultima settimana di aprile ha affrontato la trasferta in Russia.
Per la comitiva del Cad Bam, guidata per la parte tecnico-organizzativa da Chiara Steccanella e “assistita" per la parte culturale dallo storico dell’arte mantovano Riccardo Braglia, San Pietroburgo si è rivelata in tutta la sua bellezza e in tutte le sue contraddizioni.
La scoperta delle architetture di sogno e dei tesori che in esse sono custoditi hanno rapito il gruppo che viaggiava su una “tabella di marcia" attentamente stilata da Lucia Battisti della Obiettivo Viaggi di Mantova.