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Commedia “Al gat in cantina”
Cultura e Turismo
- Circolare n. 33/2021
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Una coinvolgente commedia dialettale della Compagnia Teatrale “Francesco Campogalliani” di Mantova
AL GAT IN CANTINA
Commedia in tre atti di Nando Vitali con musiche di Salvatore Allegra
Trasposizione in dialetto mantovano di Luigi Zuccaro
Mantova, Teatrino di Palazzo d’Arco
venerdì 5 novembre 2021 - ore 20:45
“Mettere il gatto in cantina è un espediente assai saggio,
ma se invece del topo ti mangia il formaggio,
questa è la trappola per rimediar….”
“Metar al gat in cantina s’evitaria tanti guai
ma se invece dal soragh al t’magna al formai,
agh voel ‘na trapola par rimediar…..”
Ecco, in sostanza, la metafora in musica che anima e accompagna la vicenda de “Il gatto in cantina”, commedia musicale scritta in italiano nel 1930 da Nando Vitali e trascritta in dialetto mantovano nel 1946 da Luigi Zuccaro, che ne trasferì l’ambientazione dalla Toscana alla campagna mantovana, in quel di Gonzaga, regalando la coloritura del vernacolo anche al canto. In questa più casalinga veste e con il titolo “Al gat in cantina”, la rappresentò sempre l’Accademia Campogalliani dal 1946, anno della sua fondazione, fino alle più recenti edizioni di circa vent’anni fa e a quella attuale.
Le parti cantate si fondono in modo naturale con il parlato per diventare un recitar cantando capace di restituire molti e diversi stati d’animo: la malinconia, gli stratagemmi furbeschi, l’ironia, i principi di vita casti o disinvolti e smaliziati, il patriottismo e molto altro ancora. E inoltre, sottolineano l’analogia gustosissima fra gatto, topo, formaggio e certi umani che giungono inattesi alla villa di Gonzaga disturbando la luna di miele di Toni e Carlota. Ed ecco presentarsi, assai poco gradite, zia Giudita e la figlia Grassia, sfollate a causa degli scontri fra liberali ed esercito austriaco e, poco dopo, l’amico di vecchia data Gianino, che, pur segretamente innamorato di Grassia di cui ignora la presenza e che lo ama a sua volta, si rivelerà un inguaribile seduttore di…donne maritate!
E per di più a lui s’ispira, sebbene più rozzamente, il suo aiutante Lisandar con la cameriera Marianina. Con l’aiuto del vicino e saggio Sior Procopio e dell’ignaro servitore Angil, Toni, temendo per la propria moglie e volendo liberarsi degli scomodi ospiti, ordirà un inganno di impareggiabile e scoppiettante acume che prevede scambi di ruoli con gatti, topi e formaggio. Ci sono anche amore, scanzonato e strappalacrime, un po’ di romanticismo alla Gozzano, un po’ di spirito risorgimentale un pizzico di saggezza e di follia: i caratteri eterni della commedia teatrale ed umana.
Più che un’operetta “Il gatto in cantina” si direbbe allora un’opera di “mezzo carattere” ora buffa, ora più seria e molto patriottica.
La Campogalliani nel suo Settantacinquesimo, volendo riunire passato, presente e futuro, ha scelto di iniziare ritornando alle origini dell’Accademia con questa deliziosa commedia.
E ancora oggi, anzi più che mai oggi, c’è inoltre il piacere di ritrovare il valore del vernacolo, la sua vivacità, i suoi modi di dire, ormai quasi dimenticati. Gli interpreti provengono da luoghi diversi della provincia mantovana e le registe hanno scelto di non uniformarne il gergo: ne risulta uno straordinario mosaico di dialetti mantovani, tutti comprensibili e tutti di nostrana e pittoresca immediatezza espressiva.
Ecco dunque che “Al gat in cantina” mantiene ancora la freschezza, l’arguzia, il coinvolgimento, l’attrattiva, la capacità di divertire e di far riflettere su certi valori della vita decretando allo spettacolo un successo ancora vivissimo.
Il nuovo allestimento de “Al gat in cantina” è dedicato a Egisto Cantarelli, recentemente scomparso, che volle fortemente la ripresa di questo spettacolo e che fu per tanti anni presenza attiva, garbata e saggia per la Campogalliani e per il suo pubblico.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE (massimo 65 partecipanti):
Sarà necessario esibire la certificazione verde Covid-19 ed usare la mascherina.
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